Anche gli artisti più radicali e seri sarebbero disposti a qualche compromesso pur di partecipare a un evento by Vittorio Sgarbi. Molti aspiranti artisti pagano migliaia di euro pur di essere inclusi in una mostra dove talenti e imbrattatele convivono distruggendosi a vicenda in un effetto gloriosamente ridicolo.
Nonostante questo, Vittorio Sgarbi vive di fama assoluta, affamatissimo di incarichi e di ogni sorta di attenzione, egli può vantare una dimensione pubblica che è irraggiungibile per qualsiasi altro professionista dell'arte.
Questo non ne conferma l'autorità, tutt'altro che fallace, ma testimonia in maniera quasi storiografica, qual è il ruolo dell'arte in Italia. Ancillare all'intrattenimento, parente del hobbismo, ben legata alla politica, capita solo attraverso le semplificazioni della televisione, è ritenuta, a torto, una parente della comunicazione contemporanea professionalmente intesa.
Artisticamente Sgarbi la usa pro domo sua, dando in pasto alla "comunicazione di massa" ciò di cui è ghiotta: volgarità, facile scandalo, superficialità, istantaneità. In questa operazione consapevole c'è tutto. E non è difficile pensare che dietro le sue sparate da taverna, le uniche che i giornali apprezzino e siano in grado di riportare, ci sia l'occulta missione di cercare di parlare di un mondo che non riesce e raggiungere il grande pubblico. Forse perché a corto di argomenti, forse perché con la coscienza sporca, forse perché le cose più belle si scelgono, si inseguono e non è detto che debbano essere per tutti e da tutti.
Mosè Previti
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