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Togo: un cantastorie con occhi bambini




In questo piccolo ciclo di opere grafiche Togo affronta i temi della cultura contadina, delle feste popolari e, più in generale, dell’identità siciliana. Si tratta del grande pozzo dal quale l’artista attinge l’energia della sua produzione pittorica più nota e apprezzata. Tuttavia qui il pittore cambia registro, muta l’accento, abbraccia nettamente la figurazione mantenendo il suo inconfondibile stile. Con la freschezza della favola, la semplicità del racconto orale, del parlato che imbambola giovani e vecchi, Togo affronta la tradizione con la felicità d’intuizione che lo contraddistingue. Pochi elementi, figure rapidamente e felicemente compiute, talvolta appena delineate, vibrano di un’amorevole energia, danzano con vitalità reale, insieme di ricordo e di sogno. Il maestro della grafica qui ha gioco facile a tracciare sulla carta queste storie antiche che vivono in una natura pulsante, in un mondo acceso, ancora in dialogo con il presente contemporaneo. Nella composizione con le spighe e il paesaggio marino, l’artista lascia fiorire la complessità della sua pittura, mentre l’uomo che soffia dentro la grande conchiglia rivela nel colore quella capacità di emozionare, di conquistare brillantemente il piacere dell’occhio, che è l’effetto tipico dei paesaggi di questo arista. Il Togo figurativo, cantastorie con gli occhi bambini, bambino lui stesso nel rivivere e raccontare l’Isola che gli appartiene, figura ancora una volta in forma smagliante in queste tavole che hanno il profumo, la musica e il senso proprio e profondo di questa terra passata e futura che è la Sicilia.

Mosè Previti

Testo critico in Mario Sarica

Orizzonti Siciliani

2019, Pungitopo.

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